Storia delle istituzioni internazionali by Sandro Guerrieri & Leonida Tedoldi

autore:Sandro Guerrieri & Leonida Tedoldi [Guerrieri, Sandro & Tedoldi, Leonida]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Manuali Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2024-09-15T00:00:00+00:00

8. Le competenze della Corte penale internazionale e il suo carattere complementare rispetto alla giustizia interna

La Corte penale internazionale, in base all’art. 5 del suo Statuto, ha giurisdizione sul genocidio, sui crimini contro l’umanità, sui crimini di guerra e sul crimine di aggressione. Mentre la definizione del genocidio, di cui all’art. 6, riprende, come si è accennato, quella già contenuta nella Convenzione del 1948, le definizioni, assai lunghe e articolate, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, di cui agli articoli 7 e 8 dello Statuto, contengono significativi aggiornamenti rispetto a quelle contenute nelle fonti più risalenti33.

Quanto all’aggressione, la giurisdizione della Corte in ordine a tale fattispecie è rimasta in un primo momento “congelata” per mancanza di una definizione condivisa. Solo nel 2010, in occasione della Conferenza di revisione di Kampala, è stato possibile definire, attraverso il rinvio alla nozione di “atto” di aggressione, inteso come violazione del diritto internazionale, anche il “crimine individuale”, ossia la fattispecie penalistica, di aggressione34.

Per quel che riguarda la giurisdizione temporale, lo Statuto di Roma stabilisce che la Corte abbia competenza solo sui crimini commessi dopo la sua entrata in vigore, segnando una differenza importante rispetto ai tribunali per la ex Iugoslavia e per il Ruanda, istituiti, come si è visto, ex post factum.

Più complessa, rispetto a quelle della giurisdizione per materia e temporale della Corte, è la questione relativa alla giurisdizione cosiddetta “soggettiva” di questa.

La Corte penale internazionale, infatti, a differenza dei tribunali penali statali, non amministra la giustizia in nome e per conto di un ente che esercita la propria sovranità su un determinato territorio, né può avvalersi della collaborazione del potere esecutivo di uno Stato mondiale… che non esiste. Non ha alle spalle una comunità istituzionalizzata: svolgerà pertanto le proprie funzioni in nome e per conto dei soli Stati che, ratificandolo, hanno accettato lo Statuto, e potrà fare affidamento sulla collaborazione di tali Stati soltanto. Ciò chiarito, la regola introdotta nell’art. 12 dello Statuto, dopo un ampio e talvolta acceso confronto tra fautori di soluzioni diverse, prevede per la Corte penale internazionale il link (o criterio di collegamento) territoriale o, in alternativa, quello fondato sulla nazionalità dell’accusato: eserciterà, in altre parole, la propria giurisdizione su crimini commessi sul territorio di uno Stato parte o dei quali sia accusato un cittadino di uno Stato parte (nell’ipotesi che questo sia diverso dallo Stato territoriale)35.

Vale la pena mettere in evidenza come la previsione del criterio di collegamento territoriale, come alternativo rispetto a quello della cittadinanza dell’accusato, consente l’esercizio della giurisdizione nei confronti di individui che siano cittadini di Stati non parti dello Statuto di Roma – una circostanza non priva di rilevanti conseguenze politiche36.

Oltre a definire i crimini sui quali la Corte esercita la propria competenza, lo Statuto di Roma delinea il rapporto di questa con le istituzioni giudiziarie degli Stati. Come per i tribunali ad hoc, è previsto che la Corte penale internazionale si sostituisca ai giudici interni nell’esercizio della funzioni giurisdizionali solo a determinate condizioni. Il rapporto, tuttavia, non è fondato sul principio della “primazia” bensì su quello della “complementarità”.

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